Crespino (Berberis vulgaris)
Il crespino (Berberis vulgaris) è una pianta appartenente alla famiglia delle Berberidaceae. Dal greco Berberi significa conchiglia riferendosi alla forma a conca dei petali fiorali. È un piccolo arbusto con rami molto spinosi, ha una bella fioritura gialla (Antesi) tra aprile e giugno. Il nettare del Crespino è bottinato da api, bombi e altri insetti. Il frutto ha maturazione estiva ed è una bacca rosso corallo, persistente, inizialmente acida si addolcisce in autunno. L’averla cenerina (Lanius minor) si nutre delle bacche.
Corniolo (Cornus mas)
Il corniolo (Cornus mas) appartiene alla famiglia delle Cornacee. I cornioli sono arbusti o piccoli alberi alti fino a 5 m. L’antesi (fioritura) avviene a marzo-aprile prima della fogliazione ed è di un bel giallo intenso. I frutti sono drupe che maturano in tarda estate e sono di colore rosso, eduli vengono utilizzati per marmellate o per assaporare la grappa. Ha un legno molto tenace ed è a lento accrescimento. I frutti sono molto ricercati dalla fauna selvatica. Anche la faina (Martes foina) si nutre dei suoi frutti.
Sanguinella (Cornus sanguinea)
La sanguinella (Cornus sanguinea) è una specie botanica della famiglia delle Cornaceae. Fiorisce da aprile a giugno dopo la fogliazione. I suoi fiori sono bianchi, riuniti in ombrelle apicali. I frutti sono drupe nero purpuree, a maturazione autunnale (settembre-ottobre), non commestibili per l’uomo ma mangiati da uccelli ed alcuni mammiferi. La vanessa atalanta (Vanessa atalanta) si nutre del nettare dei suoi fiori.
Nocciolo (Corylus avellana)
Il nocciòlo (Corylus avellana) è una pianta appartenente alla famiglia Betulaceae. L’epiteto specifico deriva da Avella, città avellinese famosa fin dall’antichità per la bontà delle sue nocciole. L’antesi (ovvero fioritura) è precoce (gennaio-aprile), prima della fogliazione. I fiori maschili sono in amenti penduli e sono ricchi di polline. I frutti sono grossi acheni e maturano in estate avanzata e sono appetibili da alcuni uccelli e piccoli mammiferi. È specie ricolonizzatrice di aree abbandonate e crea piccole boscaglie dette corileti. Il moscardino (Muscardinus avellanarius) è ghiotto di nocciole.
Scotano (Cotinus coggygria)
Il Cotinus coggygria, conosciuto comunemente come scotano o albero della nebbia o, nei dintorni di Trieste, come sommacco, è un arbusto appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae. Ha un’infiorescenza eretta, ma l’elemento fortemente ornamentale di questa pianta sono i frutti che, passata la breve fioritura, formano una specie di pennacchio piumoso, con peli inizialmente violetto chiaro e poi color porpora che danno un’apparenza di leggerezza. Bello anche il fogliame rosso in autunno.
Fusaggine (Euonymus europeaus)
La fusaggine (Euonymus europeaus) è conosciuta soprattutto con il nome popolare di berretta del prete. In primavera forma dei piccoli fiori bianchi ermafroditi che, in autunno, danno origine ai caratteristici frutti rossi dalla curiosa forma simile al cappello usato dai sacerdoti cattolici. È una pianta velenosa. L’ingestione di corteccia, foglie e soprattutto dei semi provoca diarrea e convulsioni e può risultare mortale. Il suo legno carbonizzato era utilizzato fin dall’antichità per il disegno a carboncino. Il seme di color arancione è fonte di alimentazione per insetti ed uccelli. Anche la volpe (Vulpes vulpes) si nutre dei suoi frutti.
Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides)
L’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è un arbusto deciduo, con rami provvisti di spine apicali e laterali ed il cui frutto, commestibile, è una pseudodrupa giallo-arancione ricchissima di vitamina C. Il frutto, poco gradito agli uccelli, matura in settembre ma permane sulla pianta anche durante tutto l’inverno, perciò è molto ricercata a scopo ornamentale. La fioritura è contemporanea alla fogliazione che avviene in aprile. È pianta dioica, ovvero con fiori maschili e femminili su piante diverse. È una specie pioniera ed un tempo le sue foglie erano ritenute di gran pregio per l’alimentazione del bestiame. Il verdone (Carduelis chloris) si nutre dei suoi frutti.
Ginepro (Juniperus communis)
Il ginepro (Juniperus communis) è un alberello o arbusto della famiglia delle Cupressaceae. Pianta sempreverde, dioica, con frutti (galbule) che maturano al secondo anno diventando bluastri. I frutti sono utilizzati per preparare bevande ed aromatizzare cibi. Il nome del genere deriva dal celtico juneprus che signidica acre con riferimento al sapore aspro dei frutti. Il codibugnolo (Aegithalos caudatus) nidifica volentieri sulle sue fronde.
Ligustro comune (Ligustrum vulgare)
Il ligustro comune (Ligustrum vulgare) è una pianta appartenente alla famiglia delle Oleaceae. Il nome del genere deriva dal latino “ligare”, per la flessibilità dei rametti, usati nelle campagne come legacci. Specie semi-sempreverde nei climi con inverni miti, altrimenti deciduo. Se potato forma un fogliame denso che si presta al modellamento artistico. I fiori attirano, oltre alle api, numerosi insetti. Le bacche sono molto tossiche per l’uomo ma gradite dagli uccelli. Sono cibo invernale per tordo, merlo e pettirosso, mentre la densa ramificazione ospita nidi di capinere, usignoli, pigliamosche ed altri uccelli. Dei frutti si cibano anche cinciallegra e cinciarella. La sfinge del ligustro (Sphinx ligustri) si nutre a danno dell’apparato fogliare.
Ilatro sottile (Phillyrea angustifolia)
La Phillyrea angustifolia, nota con il nome comune di ilatro sottile è un arbusto o piccolo albero sempreverde della famiglia delle Oleaceae. Fiorisce da marzo-maggio. I fiori sono piccoli di color bianco roseo in brevi grappoli all’ascella delle foglie. I frutti sono drupe carnose dapprima blu poi nere a maturità. Il nome del genere deriva dal greco philyra forse composta da philos, amico e hyron, lo sciame delle api. Il nome specifico deriva da latino angustus, stretto e folium, foglia, perché è quella, delle due specie del genere a foglie più strette. Il merlo (Turdus merula) appetisce i suoi frutti.
Ciliegio canino (Prunus Mahaleb)
Il ciliegio canino (Prunus Mahaleb) è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee. La fioritura avviene ad aprile-maggio ed è molto appariscente come per tutti i prunus. I frutti sono drupe nero-rossastre dal sapore amarognolo. I frutti sono commestibili e ricercati dall’avifauna. Il rigogolo (Oriolus oriolus) si nutre delle sue drupe.
Prugnolo selvatico (Prunus spinosa)
Il prugnolo selvatico (Prunus spinosa) è un arbusto a foglia caduca della famiglia delle Rosaceae. Ha fioritura abbondante di color bianco-neve tra marzo ed aprile mentre i frutti di colore blu maturano tra settembre ed ottobre. Forma macchie spinose impenetrabili che forniscono protezione agli uccelli ed altri animali. L’ape comune (Apis mellifera) visitando i fiori ne aiuta l’impollinazione. Il tordo bottaccio (Turdus philomelos) si nutre dei suoi frutti.
Spino cervino (Rhamnus cathartica)
Lo spino cervino (Rhamnus cathartica) è una pianta arborea della famiglia delle Ramnacee. I rami hanno una spina all’apice. La fioritura giallo verde da aprile a giugno è poco visibile perché i fiori sono molto piccoli. Il frutto è una bacca di colore nero a maturazione tossica. Il riccio (Erinaceus europaeus) si nutre dei suoi frutti.
Rhamnus frangula
La frangola (Rhamnus frangula o Frangula alnus miller) è una pianta arborea, appartenente alla famiglia delle Ramnacee. Il frutto maturo è una piccola drupa nero-bluastra. Fiori in cime ascellari, portati su sottili e corti peduncoli a gruppi di 2-10, da verdi a bianchi fino al rosa all’estremità. La fioritura inizia a primavera e si prolunga scalarmente fino alla prima parte dell’estate, come pure la maturazione dei frutti, che spesso convivono con i fiori, anche sullo stesso ramo. In omeopatia, viene utilizzata la corteccia essiccata a scopi lassativi. È una specie pioniera ed ama suoli poveri di azoto. Dal latino frangere= spezzare, con riferimento alla fragilità dei rami. La capinera (Silvia atricapilla) si nutre dei suoi frutti.
Rosa selvatica (Rosa canina)
La rosa selvatica (Rosa canina) è la specie di rosa spontanea più comune in Italia. Fiorisce da maggio a luglio con fiori molto vistosi. Il nome canina si deve a Plinio il vecchio, che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici. Ha spine rosse, robuste ed arcuate. I suoi frutti sono detti cinorroidi, maturano nel tardo autunno e permangono per buona parte dell’inverno con il loro colore rosso vivo. Il frutto è ricco in vitamina C e viene utilizzato seccato per infusi e decotti. Il verdone (Carduelis chloris) si nutre di questi frutti.
Salix purpurea
Il salice rosso (Salix purpurea) è un piccolo alberello appartenente alla famiglia delle Salicacea. Dal latino purpureus cioè “di color porpora”, riferito alla colorazione dei rametti dell’anno e degli amenti. ll frutto è una capsula ovoidale e pubescente. I fiori sono riuniti in amenti maschili e femminili su piante diverse (specie dioica). I rami vengono utilizzati per realizzare cesti ed oggetti intrecciati. L’usignolo di fiume (Cettia cetti) lo utilizza come riparo.
Sambuco comune (Sambucus nigra)
Il sambuco comune (Sambucus nigra) è un arbusto alto anche fino a 10m. I piccoli fiori sono riuniti in infiorescenze peduncolate, ombrelliformi di grandi dimensioni visibili da aprile a giugno. I frutti sono piccole drupe globose, viola nerastre, commestibili, raggruppate in infruttescenze pendule. Caratteristica della sezione dei rami e del tronco è il midollo centrale bianco, soffice ed elastico. Il merlo (Turdus merula) nidifica tra i suoi rami.
Tamarice comune (Tamarix gallica)
La tamerice comune (Tamarix gallica) è un grande arbusto con chioma irregolare estremamente resistente alla salsedine. Le foglie sono piccole e semplici (1-2 mm), embriciate, di colore verde glauco simili a quelle del ginepro. I fiori sono piccoli e numerosissimi, raccolti in racemi di colore rosa. Il ramarro (Lacertola bilineata) lo utilizza come riparo.
Viburno lantana
Viburno lantana (Viburnum lantana) è un arbusto della famiglia delle Caprifoliaceae. I fiori bianco-crema, sono odorosi, riuniti in corimbi terminali e fioriscono da aprile a giugno. I frutti sono drupe dalla tipica forma ovale e schiacciata, prima verdi, poi rosso vivo, infine nere e lucenti. Il nome del genere deriva dal latino viere= intrecciare come anche il nome specifico dal latino lentare= piegare: si riferiscono alla flessibilità dei rami utilizzati per fare ceste. Merlo, frosone, capinera, fringuello, pettirosso, tordo e bottaccio ne ricercano i frutti.
Palla di neve (Viburnum opulus)
Palla di neve (Viburnum opulus) è un arbusto, talvolta piccolo albero della famiglia delle Caprifoliaceae. Pianta ornamentale ha una caratteristica e abbondante fioritura a maggio-giugno, con fiori di colore bianco, profumati e riuniti in corimbi ombrelliformi. I frutti sono grappoli di drupe rosse che permangono fino all’inverno. Le stipole disposte alla base del lembo fogliare, simili a ghiandole nettarifere, richiamano le formiche, le quali proteggono le foglie dagli altri insetti aggressori. La cetonia dorata (Cetonia aurata) si nutre del nettare dei suoi fiori.
Salicone (Salix caprea)
Il salicone (Salix caprea) è una pianta della famiglia delle Salicaceae. Come tutti i salici è dioico. I fiori compaiono a marzo-aprile riuniti in amenti eretti. I fiori maschili sono provvisti ciascuno di due stami, con antere giallo-oro ricche di polline di grande effetto. Il frutto è una piccola capsula conico-allungata sessile. E’ una specie pioniera molto rustica, che vegeta dalla pianura fino all’alta montagna (1600 m). Il nome specifico è legato all’appetibilità della pianta per le capre. La vanessa pavone (Inachis io) è una farfalla che si nutre del suo nettare e di conseguenza ne aiuta l’impollinazione.