Leccio (Quercus ilex)
Ippocastano (Aesculus hippocastanum)
Acero campestre (Acer campestre)
Carpino bianco (Carpinus betulus)
Il carpino bianco (Carpinus Betulus) è un albero della famiglia delle Betulacee. Albero sciafilo (ovvero che preferisce poca luce), crea boschi a volte anche puri molto coprenti per mantenere una certa umidità edafica (ovvero che va ad influire sulla distribuzione della flora andando a incidere sulla struttura chimica e fisica del terreno). Crea un sottobosco pulito e ha la caratteristica di mantenere le foglie secche sui rami per lungo tempo. Riconoscibile per il fusto che presenta una corteccia liscia e molto scanalata. Il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) si ciba dei suoi semi.
Bagolaro (Celtis australis)
Il bagolaro (Celtis australis L.) viene chiamato anche spaccasassi. I frutti sono drupe subsferiche di circa 8-12 mm. Dapprima verdi, si scuriscono con la maturazione nel periodo settembre-ottobre e diventano un ottimo cibo per gli uccelli. La corteccia è liscia. Il tordo bottaccio (Turdus philomelos) si nutre dei suoi frutti.
Frassino meridionale o frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia)
Il frassino meridionale o frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia Vahl 1804) è una pianta arborea della famiglia delle Oleacee. L’apparato radicale è superficiale di tipo fascicolato, adatto, come quello di olmi e salici, ad ambienti particolarmente umidi. Utilizzato per la produzione della manna. La cantaride officinale (Lytta vesicatoria) è un coleottero che si nutre delle sue foglie.
Gelso o moro nero (Morus nigra)
Il gelso nero (Morus nigra L.) o moro nero è un albero caducifoglio appartenente alla famiglia delle Moracee, simile al gelso bianco ma con bacche carnose molto dolci a maturità rosso violacee e foglie più piccole. Móron in greco antico significa nero: da qui il nome generico con riferimento al colore del frutto. È originario dell’Asia Minore (Iran). In Italia era presente più al sud dove veniva coltivato vicino ai pozzi d’acqua. La volpe (Vulpes vulpes) è ghiotta dei suoi frutti.
Gelso bianco o moro bianco (Morus alba)
Il gelso bianco o moro bianco (Morus alba L.) è un albero deciduo appartenente alla famiglia delle Moraceae, contenente lattice, originario della Cina settentrionale e della Corea. Venne introdotto in Europa come alimento per i bachi da seta allevati in Italia fino agli anni ’50. I frutti sono commestibili ma meno gustosi di quelli del gelso nero e di colore più chiaro anche se a volte si assomigliano. Il tasso (Meles meles ) si nutre dei suoi frutti.
Pioppo bianco (Populus alba)
Il pioppo bianco (Populus alba L., 1753), detto gattice, appartiene alla famiglia delle Salicaceae. Pianta dioica come i salici. Le foglie hanno la pagina inferiore bianco tomentosa, la corteccia è anch’essa bianca o grigio chiaro: da qui il nome specifico. Vegeta presso fiumi e laghi associato con salice bianco e frassino ossifillo. E’ utilizzato per la produzione di cellulosa per l’industria cartaria, oppure per imballaggi e pannelli truciolari. La corteccia essiccata contiene tannino e salicina. Il picchio verde (Picus viridis) scava il suo nido sulle parti morte dell’albero.
Farnia o quercia (Quercus robur)
Salice bianco (Salix alba)
Il salice bianco (Salix alba, Linneo 1753), detto anche salice da pertiche, è una pianta della famiglia delle Salicaceae. Le foglie adulte hanno la pagina superiore poco pelosa o glabra, mentre di sotto hanno densa peluria che conferisce una colorazione argentea. I semi sono dotati di un “pappo” bianco cotonoso. Il legno viene utilizzato, come quello del pioppo, per l’industria cartaria. L’acido salicilico composto alla base della nota aspirina fu ricavato proprio dal salice bianco. La corteccia contiene tannino. E’ una pianta a crescita veloce. Il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) scava il suo nido nelle parti morte dell’albero.
Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos)
Il Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos Scop.) è un albero della famiglia delle Tiliaceae, diffuso nell’Europa continentale. E’ simile al tiglio selvatico (Tilia cordata Mill.) ma con foglie più grandi. Sono piante molto mellifere ma il miele di tiglio deve essere prodotto in zone distanti da inquinanti, in quanto i tigli sono forti accumulatori di metalli pesanti ed inquinanti. La parola tiglio deriva dal greco ptilon ovvero ala, con riferimento alla particolare struttura che aiuta a veicolare i frutti peduncolati. L’ape comune (Apis mellifera) nutrendosi del suo nettare ne aiuta l’impollinazione.
Olmo campestre (Ulmus minor)
L’Olmo campestre (Ulmus minor Mill., 1768) è un albero deciduo appartenente alla famiglia delle Ulmaceae. L’epiteto minor è riferito alla dimensione delle foglie più piccole di quelle dell’olmo montano. Le foglie sono facilmente riconoscibili perché asimmetriche all’attaccatura del picciolo. Gli esemplari più vecchi sono suscettibili di una malattia fungina, la grafiosi. Attualmente la ricerca scientifica ha selezionato piante resistenti a questa malattia. Lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) si nutre dei suoi semi.