Dagli ideali alla concretezza
Un gruppo di giovani uniti da un obiettivo: ridare fertilità alla terra
Nel 1987 i soci della Fondazione antroposofica costituirono la cooperativa agricola San Michele acquistando un podere di 25 ettari con stalla e annessi rustici, in un luogo ameno sulle colline di Conegliano.
La terra argillosa, inadatta alla coltivazione degli ortaggi, riservò tuttavia molti insuccessi. Spronati dal loro motto “fare un po’ di più di quello che si può”, non si fecero abbattere. Avevano tutto da imparare come agricoltori e per diversi anni passarono attraverso illusioni e delusioni.
Di quel periodo rimane di poetico il lavoro svolto assieme in gruppi di quindici, venti persone di sabato, di domenica, nei periodi di vacanza, e qualche volta di notte, a confezionare la verdura dopo la serata di studio.
Gli inizi furono difficili
La passione e gli ideali, il massimo impegno e la grande volontà non erano, però, sufficienti a supplire la scarsa esperienza in agricoltura. Venivamo da percorsi personali professionali del tutto diversi, motivo di errori madornali!
“La solidarietà ci ha salvati e il lavoro duro e le prove difficili ci hanno forgiati” raccontano ora i fondatori.
L’azienda cresce
Alcuni anni dopo, la società San Michele affitta circa 60 ettari di fondi sabbiosi, molto più adatti all’orticoltura, in una zona a circa 30 km da Conegliano, a pochi passi dalle golene del Piave.
Dopo due anni, acquista un altro fondo di circa quattro ettari, nella vicina località di Breda di Piave, dove vengono costruiti i locali per lo stoccaggio e il confezionamento degli ortaggi, coltivati da subito in rotazione con erba medica, prato, sorgo e altri cereali per l’alimentazione del bestiame.
Negli anni successivi l’azienda si sviluppa ulteriormente nel comune di Spresiano dove prende in affitto 140 ettari.
Sempre più organismo agricolo biodinamico
La San Michele diventa un vero e proprio essere vivente con diversi organi e funzioni: una differenziazione delle produzioni e una sostenibilità interna complessiva.
Da una parte l’allevamento delle vacche da latte permette di avere il letame per mantenere la terra fertile, dall’altra, ortaggi e foraggi per gli animali. Con circa 70 capi in stalla e 30 vacche in lattazione, la coltivazione di 170 ettari, 99 dei quali a ortaggi, 6 a vigneto, 10 di pereto e il resto a seminativo, la San Michele rappresenta oggi un esempio di integrazione fra mondo della distribuzione e attività agricola.
Il futuro che diventa presente
L’azienda da tempo aveva in animo la realizzazione di un’unica struttura in cui poter collocare, in modo razionale, stalla, caseificio, serra, ricoveri per le attrezzature, magazzini e laboratorio di confezionamento per gli ortaggi.
È anche un luogo di accoglienza e formazione, con una foresteria e aule didattiche per ospitare studenti e tirocinanti, locali adibiti alla degustazione dei prodotti, uno spaccio in cui poterli acquistare, tanto spazio a disposizione per gli animali, ma anche per i visitatori desiderosi di trascorrere un po’ di tempo nella natura, in un vero organismo agricolo biodinamico.
Finalmente c’è riuscita, a Cortellazzo, in provincia di Venezia, dove sta nascendo la nuova San Michele.